L’evasione fiscale non è un fenomeno recente nel nostro Paese. Già nel 1875, all’interno del Parlamento del neonato Regno d’Italia, si discuteva animatamente riguardo alle “insistenti lamentanze” sul sistema fiscale dell’epoca. La Destra storica attribuiva l’evasione a una pressione fiscale eccessiva, mentre esponenti della Sinistra storica, come Agostino Depretis, sottolineavano come la “gravezza” delle tasse fosse un potente stimolo alla frode. Questo dibattito evidenzia come l’evasione fiscale abbia radici profonde nella storia italiana, legate a percezioni di iniquità e pesantezza del carico tributario. Ma oggi quanto pesa realmente l’evasione fiscale sulle casse dello Stato? Secondo recenti analisi, tra il 2000 e il 2024, le tasse, i contributi e le imposte non riscosse ammontano a ben 1.274,5 miliardi di euro. Questo dato allarmante evidenzia la necessità di interventi efficaci per recuperare risorse e garantire una maggiore equità fiscale.
Quando l’evasione fiscale diventa reato?
L’evasione non è solo una violazione delle leggi, ma rappresenta un danno significativo per l’intera collettività, riducendo le risorse disponibili per servizi pubblici essenziali. È fondamentale che cittadini e imprese comprendano l’importanza di adempiere ai propri obblighi fiscali, non solo per evitare sanzioni, ma per contribuire al benessere e allo sviluppo del Paese. Non tutte le violazioni fiscali costituiscono, tuttavia, un reato di evasione fiscale. La legge italiana prevede specifiche soglie oltre le quali l’evasione fiscale assume rilevanza penale. Al di sotto di essa, si rischiano solo sanzioni amministrative. Ecco invece i casi in cui la gravità dell’infrazione acquisisce rilevanza penale.
- Dichiarazione fraudolenta: se l’imposta evasa supera i 30.000 euro e i redditi non dichiarati eccedono il 5% del totale o 1 milione di euro, si rischia la reclusione da 3 a 8 anni.
- Dichiarazione infedele: quando l’imposta evasa è superiore a 100.000 euro e i redditi non dichiarati superano il 10% del totale o 2 milioni di euro, la pena prevista è la reclusione da 2 a 4 anni.
- Omessa dichiarazione: se l’imposta evasa supera i 50.000 euro, si può incorrere in una pena detentiva da 2 a 5 anni.
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Avv. Giorgio Mangiaracina – Avv. Giorgia Franco