Lo scorso 2 luglio il Presidente dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione Francesco Merloni ha presentato alla Camera dei Deputati la relazione annuale sull’attività svolta da ANAC nel 2019.
La relazione offre un quadro ampio delle attività condotta dall’Autorità, dei livelli di corruzione in Italia e delle misure intraprese per favorire il consolidarsi di una cultura della legalità. Un’attenzione particolare è stata dedicata poi allo stato degli appalti pubblici, con un focus specifico sulle conseguenze della pandemia sulle gare.
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La corruzione in Italia: quando per corrompere bastano poche migliaia di euro.
Citando i dati dell’ultimo Transparency International, “ai significativi progressi degli anni scorsi, si aggiunge l’ulteriore, seppur lieve, avanzamento dell’Italia nel 2019, salita da 52 a 53 punti. Ciò nonostante, – chiosa Merloni – siamo ancora a metà classifica, quindi ben lontani dagli standard che merita un paese avanzato come il nostro”.
Fatti corruttivi che si sono registrati persino nell’attuale fase emergenziale, a conferma di quanto il fenomeno continui ad essere una vera e propria ‘piaga sociale’.
Peraltro, il fenomeno corruttivo italiano si caratterizza per essere polverizzato e multiforme, coinvolgendo quasi tutte le aree territoriali del Paese.
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Ma il dato che suscita maggior allarme è l’estrema economicità dell’atto corruttivo: “Il valore della tangente – spiega Merloni – è di frequente molto basso e assume sempre di più forme diverse dalla classica dazione di denaro, come l’assunzione di amici e parenti. Desta particolare allarme il fatto che la funzione pubblica sia venduta per molto poco, 2.000 o 3.000 euro, a volte anche per soli 50 o 100 euro. Tra le contropartite più singolari (riscontrate nel 21% dei casi esaminati), figurano ristrutturazioni edilizie, riparazioni, trasporto mobili, pasti, pernottamenti e buoni benzina. Pensate che in un caso segnalato quest’anno, in cambio di un’informazione riservata è stato persino offerto un abbacchio!”.
Conclude quindi Merloni sulla necessità di mantenere alta l’attenzione, soprattutto in un periodo di emergenza come quello attuale, in cui “le organizzazioni criminali ricorrono sempre più spesso a sistemi corruttivi per raggiungere i loro scopi, approfittando anche delle situazioni emergenziali come quella in corso, con effetti devastanti sul sistema economico e sulle imprese sane, già pesantemente colpite dalla crisi”.
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Un utile strumento alla lotta alla corruzione è rappresentato dal whistleblowing”: si tratta di uno strumento peculiare, rivolto a soggetti (i dipendenti pubblici) in possesso di informazioni qualificate sugli eventuali illeciti commessi dalla P.A: dal 2015 sono aumentate esponenzialmente le segnalazioni e di conseguenza i fascicoli istruttori aperti (oltre 2.300).
Ulteriori notizie positive si ricavano dall’utilizzo e il sempre più ampio ricorso ad altre prassi e strumenti, quali “la vigilanza collaborativa, il precontenzioso, il potere di impugnativa degli atti di gara, i prezzi di riferimento e la gestione commissariale delle imprese”.
In sintesi, l’obiettivo – conclude Merloni – è quello di agire in maniera sempre più massiva sulla prevenzione “per creare nelle amministrazioni un clima nel quale sia sempre più difficile per i funzionari (tutti, politici e professionali) adottare condotte di tipo corruttivo”.
Di seguito, è possibile scaricare in formato pdf la Relazione ANAC: Anac.Relazione.02.06.2020
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